Digitalizzazione e alleanza tra pubblico e privato.
Negli ultimi anni con l’avvento della pandemia si sono accentuati i problemi della sanità pubblica. Alcuni dati sono allarmanti e chiedono un cambio di rotta :
- Carenza di personale: In Italia, soprattutto nelle regioni del sud, c’è una carenza di personale sanitario, in particolare di medici e infermieri. Secondo i dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), nel 2019 l’Italia aveva solo 4,1 medici ogni 1.000 abitanti, rispetto alla media OCSE di 3,5 infermieri ogni 1.000 abitanti.
- Tempi di attesa per le prestazioni sanitarie: In alcune regioni italiane i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie sono ancora troppo lunghi, anche per le prestazioni più urgenti. Ad esempio, secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2020 il tempo di attesa medio per una visita cardiologica di primo accesso era di 77 giorni.
- Difficoltà di accesso alle cure per alcune categorie di pazienti: In Italia ci sono alcune categorie di pazienti che incontrano difficoltà ad accedere alle cure, come ad esempio le persone affette da malattie rare o i pazienti che necessitano di cure palliative.
- Investimenti insufficienti: Negli ultimi anni, la spesa sanitaria pubblica in Italia è rimasta stabile, senza aumenti significativi. Ciò ha comportato una limitazione delle risorse a disposizione delle strutture sanitarie pubbliche, con possibili conseguenze sulla qualità dei servizi offerti.
- Invecchiamento della popolazione: L’invecchiamento della popolazione italiana sta comportando una maggiore domanda di cure sanitarie, soprattutto per le malattie croniche. Ciò mette a dura prova il sistema sanitario pubblico, che deve far fronte a una domanda sempre maggiore di prestazioni sanitarie.
È quindi chiaro che serva un cambio di paradigma. La salute pubblica sembra al collasso e gli investimenti non bastano più a coprire le spese per il personale e per garantire un sistema universalistico. L’alleanza tra pubblico e privato può essere la soluzione, ma va regolamentata e monitorata.
Da un lato, l’introduzione del settore privato può portare a una maggiore efficienza e accessibilità ai servizi sanitari, poiché le aziende private possono offrire servizi più innovativi e flessibili rispetto al sistema sanitario pubblico. D’altro canto, l’introduzione del settore privato potrebbe anche portare a problemi di equità nell’accesso alle cure, poiché i servizi offerti dalle aziende private potrebbero essere più costosi e quindi inaccessibili per le persone meno abbienti. Inoltre, la presenza di profitti privati potrebbe spostare l’attenzione dei fornitori di servizi sanitari dalla salute dei pazienti al profitto.
Per massimizzare i vantaggi dell’alleanza pubblico-privato è importante che venga regolamentata correttamente e che ci sia una stretta collaborazione tra le due parti. In questo modo, la fornitura di servizi sanitari può essere resa più efficiente ed equa, garantendo nel contempo che i pazienti vengano trattati con la massima attenzione alla loro salute e al loro benessere, e non solo come fonte di profitto.
L’ottimizzazione delle risorse è un aspetto molto importante. Anche se il sistema pubblico non può essere gestito come un’impresa privata, è importante considerare la possibilità di introdurre un approccio gestionale che prenda in considerazione la razionalizzazione delle risorse, la riduzione degli sprechi e una gestione più efficiente del personale.
Ciò potrebbe comportare benefici significativi per il sistema sanitario pubblico, come ad esempio una maggiore efficacia nell’utilizzo delle risorse disponibili, una limitazione degli sprechi e una remunerazione più adeguata per gli operatori sanitari. Questo potrebbe contribuire a migliorare la qualità dei servizi offerti, a garantire l’accesso alle cure per tutti i cittadini e a far fronte alle sfide imposte dalla crescente domanda di cure sanitarie.