Mentre molte nazioni europee puntano sulle visite domiciliari come pilastro del sistema sanitario, l’Italia ha mostrato una tendenza all’aumento degli anziani accolti nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) – una tendenza che si è accentuata negli ultimi due anni.
Il Modello Semi-Residenziale: Un’Interessante Alternativa
L’approccio semi-residenziale, che offre assistenza per un certo numero di ore all’interno di strutture specializzate, permette ai pazienti di gestire al meglio le proprie esigenze sanitarie mantenendo un legame con il proprio ambiente familiare. Nel 2022, 2,18 anziani su mille hanno beneficiato di questo tipo di servizio, con notevoli variazioni regionali. La Provincia Autonoma di Trento è in testa con un tasso del 7,5‰, seguita da Lombardia (6,6‰), Emilia Romagna (4,7‰), Umbria (3,0‰), Toscana (2,1‰) e Liguria (2,0‰). Le percentuali più basse sono state registrate in Lazio e Sicilia (entrambi 0,1‰), seguiti da Campania (0,3‰), Piemonte (0,8‰) e Friuli-Venezia Giulia (1,1‰).
L’ADI: Un Trend di Crescita Sostenuta
In Italia, sempre più anziani stanno usufruendo dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Nel corso di otto anni, il numero di anziani beneficiari dell’ADI è passato da 252.000 a 459.000, di cui 383.000 ultrasettantacinquenni (rispetto ai 209.000 del 2014). Questa crescita, temporaneamente interrotta solo nel 2020, si è tradotta in una percentuale più che raddoppiata: dal 1,9% degli over 65 assistiti nel 2014, siamo passati al 3,2%, mentre gli over 75 assistiti sono saliti dal 3,2% al 5,3%.
Differenze Regionali: Un Mondo a Parte
Le differenze regionali sono evidenti, con variazioni che superano a volte un fattore dieci. Il confronto tra le Regioni mostra come alcune prediligano la residenzialità, come la Provincia Autonoma di Trento, il Piemonte e il Friuli-Venezia Giulia. Altre, come Lombardia e Provincia Autonoma di Bolzano, registrano percentuali simili tra residenti in RSA e anziani assistiti a casa. In alcune aree, invece, prevale l’assistenza domiciliare, come in Sardegna, Campania, Puglia, Lazio, Basilicata, Sicilia, Molise e Abruzzo.
Crescita Sostenuta delle Prese in Carico: Una Prospettiva Promettente
Prima dell’emergenza sanitaria, si è assistito a una crescita costante delle prese in carico, un trend inizialmente attenuato nel 2020, ma poi ripreso nel 2021. Nel 2022, si sono registrate 1,6 milioni di prese in carico, rispetto alle 1,2 milioni del 2021. Di queste, 1,4 milioni erano rivolte specificamente agli over 65 (rispetto all’1.006.446 del 2021). Le prese in carico superano il numero degli assistiti, poiché un anziano può essere preso in carico più di una volta in un anno.
Nel dettaglio, delle 1,4 milioni di prese in carico per gli individui di 65 anni o più, 284.000 presentavano un grado minimo di intensità assistenziale (CIA base), 255.000 erano nel primo livello di CIA, 263.000 nel secondo livello, 36.000 nel terzo e 118.000 nel quarto. Nel 2022, sono aumentate sensibilmente anche le visite domiciliari episodiche: 488.000 rispetto alle 146.000 del 2021.
“È meglio essere curati a casa, nella propria dimora, con tanti punti di riferimento noti intorno e circondati dall’affetto della famiglia, soprattutto quando si è anziani o fragili e quindi più vulnerabili”, afferma il direttore Gianni Salis. Dichiarazioni su un intervista nell’articolo dell’Unione Sarda
Le sale d’attesa affollate e le lunghe attese al Pronto Soccorso sono una realtà che molte persone hanno vissuto. Tuttavia, l’implementazione di soluzioni digitali all’avanguardia può trasformare questo scenario. La possibilità di consultare un medico o ricevere consigli da casa propria attraverso telemedicina e applicazioni specializzate riduce notevolmente la necessità di recarsi fisicamente in ospedale per problemi non urgenti. Questo non solo libera risorse preziose, ma permette ai pazienti di ricevere cure più rapide ed efficienti.
Digitalizzazione: Una Carta Vincente nelle Visite Domiciliari
L’implementazione di tecnologie avanzate è la spina dorsale di questa rivoluzione. Piattaforme intuitive e applicazioni specializzate consentono ai pazienti di comunicare direttamente con i professionisti sanitari, monitorare i propri parametri vitali e accedere a un flusso costante di informazioni sulla propria salute. Questo approccio non solo favorisce una gestione più accurata delle condizioni mediche, ma permette ai professionisti di intervenire tempestivamente in caso di emergenza o necessità di aggiustamenti nel piano di cura.
L’integrazione della digitalizzazione nelle visite domiciliari in Sardegna sta aprendo le porte a una nuova era di cura della salute. Questo modello innovativo potrebbe servire da esempio per altre regioni, non solo in Italia ma a livello internazionale. La combinazione di tecnologia all’avanguardia e attenzione personalizzata ai pazienti è il cuore pulsante di questa rivoluzione che promette di migliorare significativamente la vita di coloro che dipendono dai servizi di assistenza.
In un mondo in costante evoluzione, Sardegna può dimostrare che l’innovazione può essere il veicolo per una migliore qualità della vita, offrendo un esempio brillante di come la tecnologia possa trasformare il settore sanitario e aprire nuove prospettive di cura per tutti.